Mutuo Cointestato e Separazione: quali sono le soluzioni per uscirne?
Separazioni e divorzi sono un fenomeno sempre più diffuso in Italia, infatti, stando alle ultime rilevazioni Istat relative al 2015, si è registrato un incremento nel numero di divorzi, ben 82.469 nel 2015 (+57% sul 2014).
In aumento anche il numero delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). Ed è proprio quest’ultimo il caso che si vuole approfondire per capire cosa accade nel caso in cui si abbia un mutuo cointestato.
Mutuo Cointestato e Separazione: le casistiche
Quando ci si separa, oltre al dolore e alla sofferenza, è necessario fare i conti anche con aspetti più materiali, come ad esempio le spese relative alla casa o la decisione di chi vi resterà.
Premesso che il mutuo va pagato da entrambi gli intestatari, se non si raggiunge un accordo bisogna ricorrere a un giudice, che valuta anche in base alla presenza o meno di figli minorenni.
Nel caso in cui si verifichi una separazione consensuale e uno dei due coniugi non vuole continuare a sostenere i costi provenienti dal mutuo, è possibile richiedere il recesso dal contratto.
L’altro coniuge dovrà pagare per intero il mutuo cointestato, andando a coprire anche la parte che prima veniva versata dall’altro. Tale decisione va chiaramente ufficializzata nel documento consensuale di separazione.
Se invece è il marito (o la moglie) a corrispondere per intero la rata del mutuo, l’assegno di mantenimento può essere ridotto. Nel caso in cui dovesse verificarsi un caso di insolvenza, la banca agisce verso assegnatario dell’immobile, chiedendo il pagamento delle rate del mutuo cointestato.
Mutuo Cointestato e Separazione: le tre soluzioni possibili
Chi si separa ha davanti tre strade per liberarsi di un mutuo cointestato, ossia:
- vendere l’immobile, così da chiudere il mutuo e cancellare l’ipoteca. Si tratta di un’ipotesi difficilmente realizzabile soprattutto se ci sono figli a carico e non si possiede un’altra abitazione in cui risiedere;
- effettuare l’accollo del mutuo, con il quale uno dei coniugi diventa intestatario dell’abitazione. Tale opzione si può verificare solo se c’è un accordo tra i mutuatari e la banca lo prevede;
- rimborsare al coniuge, che esce dal contratto di mutuo cointestato, le rate già pagate.
Sostituzione o Surroga Mutuo
Se il mutuo è stato stipulato molti anni fa, è possibile valutare la sostituzione o surroga mutuo, la procedura introdotta dal Decreto Bersani (l. 40/2007), modificata nel 2008 e confluita nel 2010 nel Testo Unico Bancario o TUB, che permette di trasferire il proprio mutuo, a costo zero, dalla banca con cui il contratto di mutuo è in corso ad altro istituto che offre tassi e condizioni migliori.
Gli obiettivi sono:
- ottenere un nuovo mutuo pari all’importo del capitale residuo;
- usufruire di condizioni e tassi più vantaggiosi.
Si ricorda che la procedura non comporta penali o spese e si mantiene l’ipoteca originale. Nel caso in cui la banca originaria non voglia rinegoziare il tasso, la rata o la durata del mutuo, la soluzione più efficace è ricorrere alla surroga mutuo.